tag:blogger.com,1999:blog-71405694876167541642023-11-15T18:20:05.239+01:00Blue River...come la ragione, perché con la ragione si sopravvive a tutto...Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.comBlogger39125tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-25935276195606103152012-03-31T14:01:00.004+02:002012-03-31T14:02:05.757+02:00Here, there and everywhere<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">Insomma: dato che questo fiume è stato forzatamente deviato dal suo corso naturale, ho deciso di trasferire le mie limitata capacità mentali </span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: large;"><a href="http://grigionebbia.blogspot.it/" target="_blank">in questo altro posto</a></span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">. Spero che tutti quelli che hanno reso possibile, negli anni, tutto questo, possano regalarmi la loro presenza,</span></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-62884270624780112162012-03-29T10:08:00.002+02:002012-03-29T10:08:46.894+02:00Grazie perchè<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Allora: fonti solitamente ben informate mi riferiscono che sia il fiumeazzurro che questo porto delle nebbie finiscono in spam (e con essi, il miserrimo miserabile autore) perchè un qualcuno non meglio precisato <strike>li</strike> <strike>mi</strike> ci segnala a Blogspot come "spam" o spammer, o comunque come insano portatore di una qualche scorrettezza rispetto ai termini contrattuali. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Io non so chi sia quest'essere che si prende la briga di bollare me ed i diarii: posso solo augurare a questa personcina di avere una esistenza molto migliore di chi sia costretto a ricorrere a questi mezzucci per riempirsi le giornate. Come diceva Marcello Marchesi in un suo noto aforisma: "Chi si diverte con niente ha fantasia, chi si diverte con poco è un fesso". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Per cui, cara bella personcina che si diverte con poco, accetta il mio augurio ed un consiglio: fai qualcosa per la tua salute, curati, fatti vedere, esci di casa ogni tanto, insomma cerca di vivere e di non essere solo una mera sopravvivenza anagrafica. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Hai tutto da guadagnarci.</span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com27tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-878815146744197372012-03-28T11:10:00.000+02:002012-03-28T11:10:06.569+02:00New skin for the old ceremony<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><a href="http://grigionebbia.blogspot.it/" target="_blank">Mi sono spostato QUI</a>, perchè ero stufo dei miei commenti che finivano nella spammeria.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><i>Siete tutti attesi con trepidazione [unico lusso concesso: anche perchè da un lato, siete tutti incorruttibili, e dall'altro non potrei permettermi nessuna altra forma tangibile di persuasione...] .</i></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-13528243111349862252012-03-21T09:42:00.000+01:002012-03-21T09:42:53.742+01:00Non è tutto oro ciò che luccica<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Il
fenomeno è a dir poco impressionante: non ci avevo mai fatto caso prima, poi un
incontro casuale [ed un commento di Leira nel post precedente] hanno dato il
via alle considerazioni. Riassunte in una sola parola (in origine erano due, ma
le necessità del marketing hanno compresso in una sola. E non solo le parole,
sono compresse): i compraoro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Spuntano
come funghi, se persino nella cittadella -che per quanto riguarda l’apertura
mentale è in pratica una comunità Amish ma che ama girare in Suv- se ne contano
almeno una decina. Uno di questi, ed ecco l’incontro casuale, è di proprietà di
un tizio che è talmente convinto della propria avvenenza da riempire col suo
faccione le fiancate dei bus e decine di minuti di televendita sulla tv locale.
Ad occhio, non credo abbia profondi studi di fisiognomica, ma poco o nulla
conta. Conta, invece, che il suo negozio sia sempre pieno. Così, mentre lo vedo
“di pirzona pirzonalmente” , vestito di eccellente fattura, occhiale alla moda,
orologio che è più oro che logio, sorbirsi avidamente un eccellente e ricco
aperitivo, penso che dietro quel bicchiere ci siano storie di affitti,
bollette, mutui, spesa alimentare, figli da crescere e far studiare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Tutte
quelle voci di bilancio, insomma, difficili da sostenere quando la crisi
colpisce, e colpisce duro. <br />
Per questo sempre più spesso si tende a far ricorso alla vendita dei gioielli e
dell’oro usato in cambio di denaro liquido. E dove c’è il miele, arrivano le api.
In realtà, pare che aprire una bottega del genere non sia una impresa troppo
complicata: basta trovare una vetrina od
un insegna ben colorate, la scritta “compro oro” a caratteri cubitali
[ovviamente dorati], un po’ di cartellonistica ed un passaparola nei posti
giusti, ed il gioco è fatto . Il boom è generato anche da una normativa dalle
maglie larghe: non si paga l'Iva perché l'attività è considerata "di
rottamazione". Il registro di carico e scarico merce è l'unica
"prova" del passaggio di proprietà dell'oggetto preso in carico. E
l'unico obbligo di legge, la registrazione dei dati del venditore, spesso viene
ignorato. Non nel caso dell’ Avvenente, che invece è di una correttezza
esemplare: ci ho accompagnato, un po’ per curiosità un po’ per doverosa
assistenza, mia madre che doveva vendere un po’ di cose legate a ricordi da
cancellare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">E
mi ha stupito la coda: tra dentro e fuori, almeno una decina di persone. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Persone,
e le storie che si portano dietro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Con
molto pudore, peraltro: ma non è difficile intuire che si tratta comunque di
persone cui il reddito o la pensione non bastano di fronte ad una spesa
imprevista, e che cercano di far quadrare il bilancio senza intaccare i sempre
più risicati risparmi rinunciando a qualche oggetto ormai in disuso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Come nelle banche del post precedente, il
rapporto è squilibrato: quelle che sembrano quotazioni alte, sono in realtà pie
illusioni. Basta fare un rapido giro per rendersi conto che si possono trovare
sostanziose differenze di prezzo d'acquisto tra un punto e l'altro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Tamponi
per ferite, tappi di plastica su un buco troppo grande.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Chi
vende è quasi sempre in forte difficoltà economica e ha ben poco potere
contrattuale, quindi finisce per accettare prezzi bassi. Inoltre l'oro ritirato
dovrebbe essere fuso per legge, ma questo non avviene sempre. Spesso, invece,
gli oggetti di maggior pregio sono reimmessi in commercio, con margini di
guadagno maggiori.<br />
Una curiosità riportata sul Rapporto Eurispes: la corsa all’oro del terzo
millennio si incentra non tanto sull’estrazione, quanto sul recupero del
metallo prezioso da prodotti di largo consumo: le schede madri dei pc sono il
più ricco giacimento di “oro di seconda mano”, e dai cellulari si può
recuperare una discreta fortuna (da 1 milione di cellulari si ricavano 37,5
chili d’oro, 386 d’argento e 16,5 di palladio). <br />
Insomma, se il mattino ha l’oro in bocca, spesso molte bocche mangiano proprio
grazie all’oro: e non mi riferisco, ahinoi, solo a chi lo compra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com28tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-17057551662092392652012-03-14T13:09:00.000+01:002012-03-14T13:09:41.471+01:00Money, it's a crime<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Avere
conservato l’amicizia con un bancario può, a volte, essere un vantaggio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Non
tanto per chiedere eventuali favori (del resto con un magro salario da pubblico
dipendente, a differenza di quanto avveniva una ventina di anni fa, erano i bei
tempi dei “pochi, maledetti ma sicuri”, adesso non ti vengono a cercare neanche
i cani), ma per aver un osservatorio previlegiato su usi e costumi. Quindi,
colgo la palla al balzo per andare a trovare il mio <s>vecchio amico</s> amico
vecchio D., funzionario di banca sin da quando eravamo insieme alle elementari. Così, mentre
siamo nel suo ufficio davanti ad una enorme tazza di caffè, tutti intenti in complicatissime questioni di
alta finanza (alias, la consultazione dei volantini dei centri commerciali per
decidere quale pc egli debba comperarsi) capita pure questo. Entra il giovane
funzionario, si pavoneggia col suo look che sarà anche costruito sui
bigliettoni lasciati nell’Emporio dello stilista con l’aquila, ma addosso a lui
sembra più rubato nel sonno ad un testimone di Geova, ed incurante della
privacy sghignazza con D. : “<i>Lo sai che
Tizio è in difficoltà, alla banca concorrente gli hanno revocato il fido?
Adesso non c’è più il paparino a parargli il culo, anche lui è in sofferenza</i>”.
Poi mi guarda, e salta su: “<i>Beati noi
poveracci, almeno siamo abituati al nostro tenore di vita, questi tipi invece
non hanno capito che a far la bella vita
prima o poi si paga. E poi, per non parlare dei commercianti che non fanno gli scontrini…</i>”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Poveraccio
sarai tu, penso. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Il mio
amico lo fulmina. In mezzo secondo, ha infranto non so quante norme del codice
etico. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">“<i>Lo prenderei a calci in culo, se
potessi. Invece mi sa che sarà lui a
prendere a calci in culo me per il posto da direttore dell’agenzia</i>”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">“ma
dai, tu ormai sono trent’anni che sei qui”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">“<i>Eh si, ma io pago lo scotto di non seguire
il trend…</i>”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">“Cioè?
Spiegami”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">“<i>Più o meno, dobbiamo essere lecchini nei
confronti di chi versa, cani rabbiosi nei confronti di chi preleva o chiede
tempo per rientrare dallo scoperto</i>”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">“E a
chi chiede un mutuo?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">“<i>Ma chi, chiede un mutuo, oggi</i>?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Resto
sconfortato. Empatizzo. Del resto, masticandone un po’ e contando sulla
amicizia disinteressata di D. [non mi ha mai neppure per scherzo proposto di
aprire il conto nella sua banca, si riterrebbe in conflitto di interessi con la
nostra antica e consolidata amicizia], ho avuto la prova provata di come certi “rampanti”
bancar(ellar)i non sappiano davvero un emerito nulla di quello che sono
obbligati a consigliarti se si parla di investimenti e titoli in genere. Sfiorano
il ridicolo arrampicandosi sugli specchi. La settimana scorsa hanno contattato
mia mamma per proporle un qualcosa: lei ha un conto corrente del quale sono cointestatario; qualche migliaio di euro, non certo grosse cifre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Allora mi
sono finto interessato non alle loro proposte, ma allo swap della Grecia. Ho
indossato una magnifica faccia di bronzo (non greco) sostenendo di avere presso
un’altra banca un dossier titoli di altrettante (poche) migliaia di euro che avrei
anche potuto trasferire da loro, e che al suo interno comprendeva anche titoli
di Stato della Grecia. Fingendo una ignoranza abissale, mi sono fatto spiegare
cosa sia uno swap, quali alternative potrebbero esserci non aderendo, cosa ci
avrei rimesso delle mie obbligazioni senior subordinate, ed altre domande
fintoingenue simili. Quando mi sono
sentito dire che ”<i>le obbligazioni senior sono
titoli a lungo termine emessi tanto tempo fa che stanno per giungere a scadenza</i>”
ed al mio inevitabile “E quindi?” mi sono sentito rispondere “<i>poi decide lei se e come reinvestire</i>, <i>ma non si aspetti grandi cifre proprio perché
roba vecchia</i>” stavo scoppiando a ridere. Ma anche un po’ a piangere: perché
se il sistema bancario, come diceva Greenspan “è come le vene del corpo umano,
mentre i soldi sono il sangue”, allora devo arguirne che, con flebologi così, non
c’è da stupirsi se il sistema non stia in piedi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">[poi
alla fine D. l’ ha scelto, il computer: lo
stesso che aveva in mente da un mese, non voleva pareri o consigli, ma solo
conferme alla sua teoria. L’ho detto che a sei anni era già un bancario.]<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com36tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-37081250823831341462012-03-06T14:11:00.002+01:002012-03-06T14:11:16.520+01:00Have a cigarette?<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Georgia","serif";">“Scusa, hai una sigaretta?”<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">In
effetti, il ragazzo è malconcio, non occorre una gran scienza per capire che
vorrebbe ben altro fumo, ma non riesco a dirgli di no. Una sigaretta non la si
nega neppure ai condannati a morte, e tuttora a me è rimasto il rimpianto di
non aver potuto accontentare mio padre, che fino all’ultimo minuto di lucidità
prima di andarsene ne reclamava, implorava, pietiva almeno una.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Da
allora non riesco a dire no, a nessuno, voglio pensarlo come omaggio postumo
alla memoria, ecco. Chè poi, a pensarci, la sigaretta è un simulacro. Un piacere
solitario, da consumare fra sé e sé, che rimane tale anche quando si fuma in
gruppo, tipo fuori dal ristorante o quando un treno fa una sosta “tecnica”
prolungata in una stazione. A differenza di altri tipi di fumo, come quello che
magari il malconcio auspicava, che invece hanno nella condivisione del piacere
un mezzo ed al tempo stesso un fine. Ognuno
ha un suo modo di celebrare il tabacco, fattori culturali ed ambientali
fomentano le differenze. Dalle sigarette russe col filtro di cartone per essere
fumate coi guanti, a quelle che io ho ribattezzato cotton fioc; dal modello
Bogart, un’icona per molti di noi, alla sensualissima Marlene Dietrich; dalle
atmosfere sognanti delle donne di Helmut Newton alle poverecriste cui il
parroco scaglia anatemi in quanto le loro sigarette sono la prova provata dell'esistenza
del Maligno. Per tacere dell’iconografia anni’50 (spero limitata nel tempo)
della donna che fuma per strada e quindi è sicuramente un po’ zoccola…..<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">E
non tutte le sigarette sono uguali: e non certo per questione di marca. Quella
da pausa pranzo è veloce, nervosa; lenta e gustosa è quella che ti gratifica
dopo uno sforzo fisico o mentale; ridanciana è quella che si fuma tra amici
dopo un brindisi. C'è quella consolatoria, quella della rabbia, della noia,
delle malinconie; c’è quella “irrinunciabile” dopo il caffè, quasi un rituale.
C’è quella per “fare un po’ il figo”: ai tempi della mia gioventù erano un
classico, i ceffi con il pacchetto delle Marlboro nelle maniche arrotolate
della camicia. C’è quella usata con l’alibi del “fa digerire” dopo una
abbondante libagione; come quella un po’ ruffiana che offri per bendisporre l’interlocutore
o una ragazza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">E
non a caso l’unico luogo pubblico dove si possa ancora fumare legalmente, in
Italia, sono le carceri: il legislatore ha avuto il buonsenso di non scatenare,
con un eventuale divieto, rivolte inimmaginabili. Dopodichè, occorrerebbe
riflettere sul fatto che sia meglio essere schiavi di un vizio ed essere
impediti dal metterlo in pratica, oppure essere autorizzati ad attuarlo, ma in
condizioni di prigionia. O se, alla fine, certe mura in realtà imprigionano
anche chi non si accorge di averne addosso incombenti ed evidenti: e sono,
forse, quelle più difficili da abbattere.<o:p></o:p></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com39tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-31522420725731168602012-02-28T12:02:00.002+01:002012-02-28T12:02:53.018+01:00Prendila così.....<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://static.fanpage.it/techfanpage/wp-content/uploads/2011/11/Dada-rifiuta-l-offerta-di-Banzai-Splinder-chiudera-al-100-638x425.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://static.fanpage.it/techfanpage/wp-content/uploads/2011/11/Dada-rifiuta-l-offerta-di-Banzai-Splinder-chiudera-al-100-638x425.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">..insomma, la fatal domanda è giunta: cosa rimpiangete di Splinder? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">E, viceversa, cosa avreste voluto avere di ciò che avete trovato solo nelle nuove "casine"?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">[di là, rimpiango i pvt: facili e comodi. Ed ad aver avuto di là il salvataggio del post in corso avrei risparmiato ingrossamenti al mio fegato e "scassamento di cabbasisi", per dirla alla Montalbano]</span></div>Maxxenziohttp://www.blogger.com/profile/18277922666343285276noreply@blogger.com54tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-6324511407588599222012-02-26T09:03:00.003+01:002012-02-26T09:03:57.489+01:00Prova n.2<span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">Anche questo verrà distrutto tra "x" ore</span></span>Maxxenziohttp://www.blogger.com/profile/18277922666343285276noreply@blogger.com23tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-63909666060054411442012-02-24T12:29:00.000+01:002012-02-24T12:29:39.666+01:00Helpless<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Lancio un grido al cielo: come è possibile che il 90% dei commenti che lascio in giro <b>si perdano nel nulla</b>? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Già faccio fatica a trovare il tempo per scriverne, chi mi conosce da tempo sa che non sono il tipo da lasciare commenti del tipo "<i>ciao che bello come saltello sotto il sole pazzariello che mi scalda anche il cervello</i>" ad un post dove si parla con serietà di argomenti profondi, ma cerco di dire la mia, magari con ironia, o di contribuire all'argomento. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Linda ha detto che mi aveva recuperato <b>dallo spam</b>; ecco, ve lo chiedo come fosse una supplica: rovistate nel vostro pattume, ma datemi una mano a capire cosa stia succedendo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Grazie.</span></div><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">In cambio, spero vogliate gradire questo:</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br />
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/FvR6HOGWgn0?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br />
</span>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com38tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-19210263012280378072012-02-23T12:55:00.002+01:002012-02-23T13:00:20.142+01:00...ostia!<div style="text-align: justify;"><span style="background-color: #eeeeee;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Ed io che credevo che a messa ci si annoiasse. </span></span><a href="http://www.leggo.it/news/cronaca/ostie_allucinogene_i_fedeli_drogati_picchiano_il_prete_e_lui_il_demonio/notizie/167235.shtml" target="_blank"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Invece</span></span></a><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">....</span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="background-color: #eeeeee; font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: #eeeeee;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">[</span></span><em><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">non escludo che sia già partita sui social network una campagna del tipo "</span></span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">tutti, domenica matttina, alla</span></span><span style="color: #333333; display: inline !important; float: none; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 22px; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span class="Apple-converted-space"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"> </span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">chiesa del Santo Spirito</span></span><span class="Apple-converted-space"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"> di Campobasso</span></span></span><span style="color: #333333; display: inline !important; float: none; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 22px; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">. </span></span></span></em><span style="color: #333333; display: inline !important; float: none; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 22px; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><em>Non mancate!"</em></span></span></span><span style="color: #333333; display: inline !important; float: none; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 22px; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><em>]</em></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><em> </em></span></span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><em><br />
</em></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><em><br />
</em></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="text-align: justify;"> </div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com29tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-43808242226072633532012-02-18T10:22:00.001+01:002012-02-18T10:23:59.427+01:00Uno che passa di qui<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;">“<b>Preambolo alle istruzioni per caricare l’orologio</b>” di Julio Cortazar<br /><br />Pensa a questo: quando ti regalano un orologio, ti regalano un piccolo inferno fiorito, una catena di rose, una cella d’aria. Non ti danno soltanto l’orologio, tanti, tanti auguri e speriamo che duri perchè è di buona marca, svizzero con àncora di rubini; non ti regalano soltanto questo minuscolo scalpellino che ti legherai al polso e che andrà a spasso con te. Ti regalano – non lo sanno, il terribile è che non lo sanno -, ti regalano un altro frammento fragile e precario di te stesso, qualcosa che è tuo ma che non è il tuo corpo, che devi legare al tuo corpo con il suo cinturino simile a un braccetto disperatamente aggrappato al tuo polso. Ti regalano la necessità di continuare a caricarlo tutti i giorni, l’obbligo di caricarlo se vuoi che continui ad essere un orologio; ti regalano l’ossessione di controllare l’ora esatta nelle vetrine dei gioiellieri, alla radio, al telefono. Ti regalano la paura di perderlo, che te lo rubino, che ti cada per terra e che si rompa. Ti regalano la sua marca, e la certezza che è una marca migliore delle altre, ti regalano la tendenza a fare il confronto fra il tuo orologio e gli altri orologi. Non ti regalano un orologio, sei tu che sei regalato, sei il regalo per il compleanno dell’orologio.</span></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com42tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-78248453225733055942012-02-10T11:53:00.000+01:002012-02-10T11:53:27.136+01:00Cat power<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Nevica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Leggo Repubblica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Ho una gatta come coinquilina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Quindi, se capita di leggere sul giornale che "<a href="http://www.repubblica.it/scienze/2012/02/05/news/gatti_sparizione-29391569/?ref=HREC2-33" target="_blank">Il mondo senza i gatti sarebbe un vero inferno</a>", mentre la mia gatta si nasconde per paura del vento che accompagna i primi fiocchi di neve, non posso che coccolarla e rassicurarla. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Ed apprezzare questo video scovato sul Tubo, giusto omaggio alla razza felina:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/AHb5XX6xvWg?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<br />Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com52tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-55335007239538005272012-02-08T13:06:00.001+01:002012-02-08T13:07:03.333+01:00Profezie che si autoavverano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://ret001qm.eresmas.net/images/Grecia-1%20Euro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://ret001qm.eresmas.net/images/Grecia-1%20Euro.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">[moneta greca da 1 euro -2002. Più espliciti di così...]</span></div>
<br />Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com24tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-76233475127424868942012-02-05T19:02:00.001+01:002012-02-05T19:03:59.781+01:00Win for life<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">Tutti i sondaggi politico-elettorali che circolano stanno mostrando, senza dubbio alcuno, che il vero partito di maggioranza relativa è quello del non voto. Una massa di cittadini che resta senza rappresentanza, anzi subisce le scelte altrui.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">Allora, modestamente, sommessamente, timidamente, avanzo una p</span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">iccola proposta: </span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">fra tutti quelli che non si recano al seggio, o votano scheda bianca, o la annullano, o esprimono al seggio la volontà di non votare, vengono estratti a sorte "n" seggi da deputato e senatore, in proporzione al totale dei votanti. </span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">Il sort</span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">eggio sarà svolto all'italiana: anonimo, trasparente, super partes. S</span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">e qualcuno rinunciasse (volontariamente, ovvio, non gambizzato) subentrerebbe il successivo estratto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">E se qualcuno venisse eletto, anzi estratto, a sua insaputa, sa sin da subito che può contare su illustri predecessori. E qualcosa mi dice che </span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">peggio di quelli che ci sono ora non possono fare...ecco, </span></span><span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">un win for life equo, accessibile a tutti, sociale, solidale e gratuito.<br />Dico male?</span></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com28tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-56421918207165924352012-02-03T19:28:00.002+01:002012-02-03T19:28:34.256+01:00Best of week<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia", "Times New Roman", serif;"><span style="font-size: small;">[da vecchio seguace dovrei amareggiarmi, ma sentire "<a href="http://www.corriere.it/politica/12_febbraio_01/lusi-ex-tesoriere-margherita-espulso-dal-partito-democratico_1fe7b918-4ce8-11e1-8838-1be80b480ae6.shtml" target="_blank">Lusi in the sky with diamond</a>" m'ha fatto piegare in due...]</span></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com27tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-48966017871488006402012-01-25T10:45:00.003+01:002012-01-25T10:45:47.841+01:00HO LA FEBBRE IN TUTTO IL CORPO...<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><i>Domenica 19 agosto 1928<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><i>Mia amica. Ho la febbre in tutto
il corpo. Il tuo contatto mi ha riempito di tutte le dolcezze. Mai come in
questi lunghissimi giorni, ho tanto centellinato i sorsi della vita. Prima
vivevo le ore tranquille di Tantalo ed ora, oggi, l'oggi eterno che ci ha
uniti, vivo, senza saziarmi, tutti i sentiti armoniosi dell'amore tanto cari a
Shelley ed alla George Sand. Ti dissi - in quell'amplesso espansivo - quanto
tempo ti amavo, ma vorrei dirti anche quanto ti amerò, perché il pane della
mente che sa materializzare tutte le idealità elette dell'esistenza umana, ci
sarà la guida più esperì a ,pieno di tante abilità, risolutrice di tutti i
problemi nostri, che - e te lo dico con tutta la sincerità di un amico, di un
amante di un compagno il nostro unisono bene sarà bello e lungo, godente e
pieno di tutti i sentimenti, grande e sconfinatamente eterno. Quando ti parlo
di eternità - tutto ciò che il cuore ha voluto ed amato è eterno - voglio
alludere all'eternità dell'amore. L'amore mai muore. L'amore che ha germogliato
lontano dal vizio e dal pregiudizio, è puro e nella sua purezza non si può
contaminare e l'incontaminato è dell'eternità. Vorrei potermi esprimere sempre
nel tuo idioma (Fina gli scriveva sempre in Castigliano, n.d.r.) per cantarti
ogni attimo del tempo la dolce canzone dell'anima mia, farti comprendere i
palpiti che percuote fortemente il cuore, le delicate figurazioni del pensiero
mio che di te invaghitesi non potrà mai dare il "finis" della sua
elegia. Ma d'altra parte - io che credo che il mio amore è da te
contraccambiato con tutta la possanza della tua gioventù ancora in bocciolo,
l'ho letto tante volte sulle tue nere pupille - mi contento nel sapere che per
comprendere queste linee debbono essere rilette più di una volta da te. Tu non
avrai tempo di scrivermi. Tu devi ancora dedicarti allo studio. Baciami come io
ti bacio. Rendimi duplicato il mio bene che ti voglio. Sappi che ti penso
sempre, sempre, sempre. Sei l'angelo celestiale che mi accompagna in tutte le
ore tristi e liete di questa mia vita refrattaria e ribelle. Con te, ora e
sempre.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><i>Tuo Severino</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Severino è Severino di Giovanni,
e la lettera è indirizzata ad America Josefina Scarfò detta "Fina",
italoargentina di origine calabrese (Buenos Aires 1913-26 agosto 2006). Siamo,
appunto, nella Argentina degli anni ’20, tra anarchia, terrorismo, amore ed
impegno politico. Qui, la figura romantica di Fina diventa un’icona negli
ambienti anarchici. Sorella di Paulino ed Alejandro Scarfò, anarchici e
compagni di lotta di Severino, si innamora a 15 anni di quest’ultimo, e ne
condivide le sorti fino alla fucilazione, avvenuta il 1 febbraio 1931. La
stessa sorte tocca il giorno seguente al fratello Paulino. Restata sola, in un
mondo assolutamente nemico, continua a mantenere viva la memoria dei suoi cari, ed avuto notizia, negli anni settanta, che la polizia federale argentina è ancora
in possesso delle lettere d'amore che Severino le aveva scritto, intraprende una lunga lotta
con la stessa, al fine di ottenerne la restituzione, che finalmente ottiene
durante il governo di Carlos Menem. Fina intanto si è laureata in lingua e letteratura
italiana, ha fatto l'editrice per decenni, prendendosi a 86 anni il diploma
universitario di "traductora publica" dal francese continuando a
frequentare, nonostante l’età, l'università di Buenos Aires. Tutto ciò per adempiere
giorno per giorno al monito di Severino che prima di morire le ha raccomandato
"Continua a studiare!".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">La storia d’amore è stata raccontata
da Maria Luisa Magagnoli nel romanzo biografico “<a href="http://www.bollatiboringhieri.it/scheda.php?codice=9788833909844">Un
caffè molto dolce</a>” [Bollati Boringhieri, 1996]. Il racconto ripercorre le
tappe della storia d'amore e d'anarchia che nel tempo si è diffusa e propagata
a macchia d'olio dall'America Latina in tutto il mondo. L'insegnante Di
Giovanni è emigrato da Chieti in Argentina con la moglie Teresa e tre
figli, approdando per caso nell'abitazione della famiglia Scarfò, d'origine
calabrese - la madre Caterina Romano originaria di Tropea e il padre Pietro
Scarfò di Portigliola - la quale offre ai Di Giovanni, in affitto, parte dei
propri locali. Dalla convivenza tra le due famiglie nasce l'amore tra il
giovane e la quindicenne Josefina America. Le lettere che Severino di tanto in
tanto fa recapitare alla ragazza contengono parole sublimi di ardore e passione
che però danno un tono sempre rispettoso alla relazione tra i due, in
contraddizione con il modus operandi dell'anarchico che predilige, in nome
della sua libertà, le scorribande terroristiche cittadine dispensando dinamite
e pallottole in decine e decine di attentati sanguinari. Per potere stare
assieme a Severino, e quindi lontano dai suoi, America sposa, d'accordo con
l'amante, un certo Silvio Astolfi che dopo la morte di Di Giovanni abbandona,
troncando i rapporti con la propria famiglia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">"<i>Come stanno le
begonie?</i>" è il primo punto di domanda che Severino rivolge ad America per
rompere il ghiaccio di quella che sarà la loro relazione sentimentale. E' la
frase che col tempo è divenuta "cult" tra i giovani [e meno giovani] argentini
per auspicarsi che l'inizio dell'approccio amoroso vada verso il buon esito
sperato. Da tempo è adottata nello scambio degli auguri in occasione della
Festa di San Valentino. [Per la cronaca, la risposta di Fina è stata "Sono
triste!"].<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Arrestato e condannato a morte, a
Severino viene concesso di salutare Fina, anch’essa detenuta, prima
dell'esecuzione. Lei lo abbraccia, lui la bacia. Le chiede di badare ai
figli che egli ha avuto con Teresa, sua moglie. America gli risponde: "<i>Il
tuo ricordo mi rimarrà fino alla morte</i>". Lui la guarda con gli occhi pieni
di lacrime e le dice:"<i>Oh, Fina, tu sei così giovane!Devi continuare a
studiare</i>". Si baciano di nuovo. Fina esce, continua a guardarlo, per
questo inciampa in una grata e Severino le dice: "<i>Stai attenta!</i>".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">I principali giornalisti di
Buenos Aires assistono alla fucilazione. La miglior cronaca è quella di Roberto
Arlt che non aggiunge alcun commento da parte sua, si limita a descrivere quel “teatro
irrazionale della forza bruta contro le idee. La scarica terminò con il più
bello tra i presenti", come conclude il suo articolo per il Buenos Aires Herald. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Il giorno seguente cade anche
Paulino Scarfò dinanzi al plotone di fucilazione. Sia Severino che Paulino,
prima d’esser fucilati, sono stati barbaramente torturati dalla polizia di
Uriburu. Ma essi non fanno il nome di
nessun compagno. L’ultimo incontro tra Fina ed il fratello è brevissimo. Lei
non riesce a dissimulare il proprio dolore nel vedere il suo volto gonfio. Lui
la trattiene: "<i>Non piangere</i>". Poi, con molto affetto, aggiunge:
"<i>Povera ragazza</i>". Le bacia una guancia. Lei lo bacia con forza e gli
chiede: "Non vuoi vedere la mamma?". Lui risponde: "<i>No, non vedi come
sto?</i>". Gli si vedono tutti i segni delle torture. Poi aggiunge: “<i>Sto
desiderando che tutto questo termini una volta per tutte</i>". La bacia. Fina
lo riabbraccia, si guardano negli occhi, ma non piange. L’agente di custodia sollecita [possiamo immaginare con quale
garbo] di farla finita. Fina se ne va,
il passo deciso. Sia Severino che Paulino, di fronte all’ordine di far fuoco, gridano con tutto l’ultimo fiato: "<i>Viva
l’anarchia!</i>". Accade nel penitenziario di Buenos Aires, e le scariche sono
talmente intense ed accanite da essere udite fino nei giardini del quartiere Palermo. Nell’arco di 48 ore alla adolescente Fina hanno strappato due suoi grandi affetti. Resta sola, in un
mondo assolutamente nemico. Ma combattiva, decisa, pugnace. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Ed innamorata di vita e di amore.<br /><br /><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">"<i>Carissima, più che con la
penna, il testamento ideale m’è scaturito oggi dal cuore, quando ho parlato con
te: le mie cose, i miei ideali. Bacia mio figlio, le mie figlie. Sii felice.
Addio, unica dolcezza della mia povera vita. Ti bacio molto. Pensami sempre.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><i>Il tuo Severino</i>".</span><o:p></o:p></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com30tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-20749405036400050922012-01-20T14:08:00.001+01:002012-01-20T14:15:09.434+01:0033 1/3<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://music.tonnel.ru/music/137113517_137113517forumtonnel.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://music.tonnel.ru/music/137113517_137113517forumtonnel.gif" width="200" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Una domenica come le altre,
pranzo a casa della suocera, io e mio cognato seduti accanto a chiacchierare di
qualunque cosa sia attaccabile ad una presa elettrica o ad un cavo di rete; in fin dei conti siamo reciprocamente le
nostre isole di conversazione, sull’argomento. <br />Tv accesa, ovviamente su Raiuno
dato che per mia suocera le tv sono o quella o Banale5. Ad un certo punto,
deflagra sulle conversazioni (da un lato noi a ragionare su router&firewall,
dall’altra parte le signore a raccontare di disgrazie e malanni) uno spot. Quello dell’ultimo modello di Jeep. Colonna
sonora: un indimenticabile giro di basso, cui segue una apertura di chitarre
elettriche, spot che termina proprio nel momento in cui nel disco irrompono le
voci. Cavolo, i Fleetwood Mac, questa è “The chain”, sta su “Rumours”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Vola la memoria a quell’estate
del ’77, Sandy -l’amica americana- che
arriva dagli States con questo album in vetta alle chart. Grande, la mia
curiosità: per me i FM (Fleetwood, McVie, Green, Spencer) erano stati un gruppo
inglese di onesti artigiani con ascendenze rock-blues , sulla scia di gruppi come
potevano essere i Cream et similia. Poi Peter Green se n’era andato e, da
solista, con “The end of the game”, aveva fatto le coccole agli orfani di Jimi
Hendrix. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Trasferitisi nella solatìa
California, con l’ arrivo di Christine Perfect, coniugata McVie, e degli “indigeni”
Buckingham e Nicks, era avvenuta la fusione in un unico calderone delle radici
blues del gruppo con il soft rock molto “on the radio” tipico della San
Francisco di quegli anni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Quindi “<i>Rumours</i>" (Pettegolezzi:
e mai titolo fu più azzeccato, dato che durante la lavorazione dell’album tra
tradimenti, separazioni, riconciliazioni, scazzottate, gelosie, ripicche e
quant’altro era successo davvero di tutto, peggio che in un film di Cassavetes):
un esito commerciale incredibile, se è vero che l’album è tuttora il secondo più
venduto di sempre, dopo “Thriller” di Michael Jackson. Uno dei dischi in
assoluto più “suonabili”: qualità delle registrazioni elevatissima, classico
disco da farci bella figura anche con impianti stereo modesti -all’epoca ci si teneva moltissimo, viene
quasi da sorridere, a pensarci nell’era degli mp3.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Beninteso, non è un capolavoro assoluto, anzi: ma ha un suo
fascino tuttora irresistibile. "A soap opera in vinyl" lo definì lo
stesso Buckingham, all’epoca “piacione” del gruppo: bastò infatti vedere le
foto sull’album per eleggere Stevie
Nicks a Regina dei Sogni, e l’eleganza molto “macho” dell’ipertricotico Lindsey
a far sognare fiumi di ragazze [mia
amica Sandy compresa].<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">L’album originale apre con "</span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Second Hand News</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">" , delizioso
frutto del mix di cui parlavo sopra. Ma è subito immersione con quello che sarà
il singolo dal successo stratosferico, </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">"</span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Dreams</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">",
dove la voce nasale e vagamente eterea di Nicks ben si sposa con la forza della
sezione ritmica sincopata. </span></span></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"></span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">“<i>Never Going Back Again”, </i>country
pizzicato e cori che più californiani di così non si può, fa da rampa di lancio
per “<i>Don’t stop</i>”, a firma di Christine (ancora per poco) McVie, talmente popolare che diventerà l’inno, negli
anni a seguire, per la campagna elettorale di un certo Bill Clinton…..</span></div>
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">
<div style="text-align: justify;">
“<i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; line-height: 115%;">Go Your Own Way” </span></i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; line-height: 115%;">è una dichiarazione di
simil-odio, sotto forma di rock melodico, da parte dell’Ipertricotico verso la
compagna Nicks, sospettata di una tresca sentimentale all’interno del gruppo. V</span>oce e piano (di Christine McVie) nella
delicatissima "<i>Songbird</i>", prima
di volare con “<i>The chain</i>”. Firmata
dall’intero gruppo, potrebbe anche essere, oltra che colonna sonora dello spot,
una delle canzoni-manifesto della musica californiana anni ’70, ricca di
suggestioni e richiami, impasti melodici e vocali, forse il pezzo migliore dell’album,
almeno nel mio sindacabilissimo giudizio. Finale dell’album al femminile ed
alternato: “<i>You Make Loving Fun”</i> (C. McVie) che rimanda un po’ al rock degli inizi, ma
permeato delle nuove sonorità californiane; “<i>I Don't Want to Know”, </i>firmato<i> </i>Nicks, che sembra la
risposta appunto ai pettegolezzi, ma musicalmente è neutrale; l’accorata “<i>Oh
Daddy”, </i>omaggio firmato Christine
ad un padre che non sappiamo se inteso realmente in senso genealogico, o se
riferita ad uno spacciatore conosciuto nel giro, o se siamo agli epigoni di un
Papi, nel senso conosciuto al giorno d’oggi nelle nostre cronache. Chiude l’album
“Go<i>ld Dust Woman”: </i>sempre firmato<i> </i>Nicks, con un tono anche
vagamente antipatico nella voce, come se alla bambolina avessero pestato i
piedini. O forse erano davvero solo chiacchiere, o, appunto “Rumours”.</div>
<o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Alla fine, non è proprio uno
dei dischi che mi porterei nella classica isola deserta: diciamo però che se si
ha voglia di un sottofondo non monocorde o di qualcosa da canticchiarci sopra
in macchina, ha tuttora una sua valenza. Milioni di <s>mosche</s> persone che
lo hanno comprato non possono essersi sbagliate……….<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com22tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-26275144029656616142012-01-12T14:41:00.000+01:002012-01-12T14:41:39.955+01:00Morte di un connesso viaggiatore<br />
<div class="MsoPlainText">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">[e il naufragar è dolce in questo
virtualmare]<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
<div class="MsoPlainText">
<br /></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">Che poi uno
con internet si fa una cultura. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">Ad esempio,
sei una ragazza e vivi in una centrale nucleare? Metti a riposo il tailleur,
indossa un bikini sgargiante e concediti un paio di autoscatti: parteciperai al
concorso Miss Atom. Se non ti senti così <i>scissa</i>, in Baviera potrai sempre
trovare al "Brain Sciences" di Monaco qualcuno che ti legge nel cervello prima
ancora che le tue sinapsi si coniughino in azioni. Se la materia grigia non è
il tuo punto forte, c’è sempre la vista. Un paio d’ore al giorno davanti ai
videogiochi per un mese migliora del 20% la capacità di identificare al volo le
lettere di un test oculistico, parola dei ricercatori di Rochester, Usa. E
addio all’antico rimedio delle carote. Il nobile ortaggio è ormai appannaggio
delle mucche del Jersey: un allevatore assicura che, da quando ne sono diventate
ghiotte, le sue producono un gustoso latte rosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">Sono alcune
delle chicche che vengono tranquillamente spacciate per notizie sul web. La
decenza poi non permette di approfondire temi importanti quali il doppio
vibratore collegato all’iPod, quanto fosse <i>cessa </i>Cleopatra [come da ricostruzione
da cameo di 2000 anni fa], o l’hostess che si ricicla sex bomb per sedurre ad
alta quota…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">È dura la
vita del connesso viaggiatore, peggio del naufrago di Thomas Eliot. Correnti
sottomarine di silicio gli spolpano i neuroni in sussurri, mentre affiora e
affonda tra un sito e l’altro entra nei gorghi di bit, fino al flutto profondo
del mare telematico, che tutto assorbe e debella.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">Ne esce madido
quando alza la testa dallo schermo, sputa un giga di fiotto d’acqua e guarda
attorno. Finalmente è tornato alla realtà. A quel mondo fatto di uomini e donne
in carne e ossa, di aria e micropolveri, di traffico e di parcheggi, biciclette
e ciclabili. Scontrini mai dati, code in tangenziale, benzina millesimata, lavoratori e lavoratori in nero. Caste varie
ed assortite che vengono difese da sindacati, partiti e istituzioni (ormai la stessa
cosa, a giudicare dai componenti che migrano da una parte all’altra) che, come
nello Stato di Don Raffaè, si costernano, s’indignano, s’impegnano poi gettan
la spugna con gran dignità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">Trovi tutto
quello che cerchi, nella realtà di internet. Un passatempo per tutte le età.
C’è la scuola, i bambini, la ricreazione, le botte al professore. Ci sono gli
street bar, gli aperitivi e le donne tiratissime, per farti vedere quant’erano
belle 20 anni prima. Ci sono i bar e i centri sociali. La tua amicizia con
Charlize Teron come quella con Bruce Springsteen. È tutto a portata di mano.
Basta riaccendere il computer, aprire il browser, cliccare un segnalibro ed il
nostro naufrago riprende la sua zattera, la spinge lontano dalla riva e torna
in mare aperto. Sognando Miss Atom, ma sperando che in Baviera non prevengano
quello che vorrebbe fare con Miss Atom; giocando coi videogiochi per vedere
lontano, possibilmente non con uno di quelli dove debba ammazzare delle mucche.
O spingersi fino a riva, per riuscire a sbirciare se davvero quel latte è rosa,
e lassù in alto, per verificare se quell’hostess vale una trasvolata in prima
classe.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoPlainText" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">In fondo,
come nell’opera di Miller, “<i>un
viaggiatore deve sognare. I sogni sono i ferri del mestiere</i>”.<o:p></o:p></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com24tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-24704919865841068342012-01-04T14:17:00.000+01:002012-01-04T14:17:17.772+01:00Per rendersi conto che una strada è errata bisogna prima percorrerla<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Un giorno, in un Puerto Escondido qualsiasi, in un certo
punto della costa del Messico, sbarca dal suo yacht un giovane americano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Il giovane viene accolto dalla piccola comunità di pescatori
ed impiega poche ore per entrare in confidenza con uno di questi; così comincia
a fare qualche domanda.</span></div>
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Oh pescatore</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”, chiede l’americano, “</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">quanto hai pescato stamattina?</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Mah… poco”, gli risponde il messicano, “giusto quello che serviva alla mia
famiglia, più quello che hai mangiato tu, ma il tuo è praticamente saltato
sulla barca da sé.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">E perché non hai pescato di più?</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”,
insiste il giovane.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Ehm… non mi serviva di più”, risponde un po’ stupito il pescatore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">E quando non peschi, nel tempo libero,
che fai?</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Beh… faccio la siesta, gioco coi bambini, sto con mia moglie, poi la sera noi
pescatori ci troviamo tutti là, al bar sulla spiaggia, l’unico che c’è, sai,
per qualche birra…”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Senti pescatore, io sono laureato ad
Harvard e ci ho il Master in Business Administration… questo vuol dire che ho
delle ottime idee per te e per il tuo futuro!</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Ah…” risponde il pescatore un pelo insospettito, “e che idee sarebbero?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Niente guarda, tu devi occupare un po’
del tuo tempo libero per pescare un po’ di più, poi il pesce che ti rimane lo
vendi ai ristoranti, oppure ad un’azienda che poi lo lavora…</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Eh…”, dice il messicano con sguardo stranito, “poi?”</span></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“…poi coi soldi che guadagni dal pesce
venduto ti ci compri altre barche per pescare ancora più pesce da rivendere e
fare ancora più soldi…</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”, prosegue il giovane businessman, </span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“…con ancora più soldi magari ti apri un tuo
stabilimento per trattare ed esportare il pesce che peschi e lo fai arrivare
sulle tavole di tutto il mondo, bello no?</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”</span></div>
</i><div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Come no”, risponde il pescatore, “ma tutta una roba così grande…, quei soldi…,
qui nel paesino, che me ne faccio?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ma no, pescatore</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">” lo incalza il
dollarista, “</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">ovviamente ti devi
trasferire a Città del Messico o a New York, creare una società, assumere
amministratori, mantenere le relazioni coi clienti poi, quando ti sarai espanso
abbastanza, potrai quotare l’azienda in borsa, vendere le azioni e raggranellare
milioni di dollari. Pensa</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”, continua il manager ormai in estasi
finanziaria, “</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">tra venticinque o
trent’anni potresti essere il presidente di una grande holding, vendere pesce
in tutto il mondo, comprarti ville, auto, terreni.</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Eh… bello… poi?”, chiede il pescatore divertito da tal delirio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">“</span><i style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Poi arriverai alla pensione talmente
ricco che potrai acquistarti una casa in riva al mare e finalmente passare il
tempo con tua moglie o a giocare coi tuoi nipoti, riposarti, dormire ed uscire
con gli amici...</i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Questa semplice storiella che
gioca con l’idea contemporanea di lavoro e benessere, in cui per caso mi sono
imbattuto, mi ha ricollegato al [leggibilissimo] libro di Paul Watzlawick che
ho appena terminato: “<i><a href="http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807814952/Di_bene_in_peggio/Paul_Watzlawick.html?prkw=di%20bene%20in%20peggio&srch=0&Cerca.x=0&Cerca.y=0&cat1=1&prm=&type=1" target="_blank">Di Bene In Peggio. Istruzioni per un successo catastrofico</a></i>” [Feltrinelli]. Quella che il businessman
americano propone al rilassato pescatore sembra proprio somigliare ad una delle
ipersoluzioni descritte da Watzlawick, ovvero una di quelle soluzioni
definitive che, tentando di migliorare una situazione, finiscono col
trasformala in catastrofe. Come spiega lui stesso nell’introduzione: “Caro
Lettore! Esistono soluzioni per le quali non abbiamo ancora trovato una
denominazione appropriata, e che si potrebbero forse chiamare <i>ipersoluzioni</i>. Il termine definisce un
modo di affrontare i problemi che, pur essendo fondato sulle migliori
intenzioni, finisce sempre con l’avere effetti controproducenti, più o meno nel
significato espresso dal famoso <i>bon mot</i>
dei medici: “operazione perfettamente riuscita, paziente deceduto.”<o:p></o:p></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com23tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-47572644088065832112011-12-22T10:34:00.000+01:002011-12-22T10:34:13.181+01:00Il tacchino di Natale<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">di <b>Achille Campanile</b> (in "<i>Manuale di conversazione</i>" - Rizzoli 1973)</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">________________</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"></span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Il tacchino va bene per il Natale, </span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">ma il Natale non va bene per il tacchino. </span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">(Proverbio inesistente)</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><span style="font-family: "Georgia","serif";">"I gesuiti, per
opinione generale, introdussero il tacchino in Francia". </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Questa, in termini concisi, direi addirittura secchi, la notizia nuda e cruda
tramandataci dalla storia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Intanto sul fatto che sia opinione generale, ho i miei dubbi. Per conto mio non
ho nessuna opinione in proposito. Ho trovato l'asserzione nell'opera "Gli
uccelli" di Figuer e per controllarla ho interrogato amici e conoscenti,
su chi avrebbe introdotto il tacchino in Francia. Tutti, senza eccezione, si
sono dichiarati incompetenti a rispondere. Perfino i cuochi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Comunque, diamo per buona la notizia. Da essa balzano anzitutto alcuni
interrogativi: come mai i gesuiti introdussero il tacchino in Francia? che
rapporti avevano quei religiosi con questo animale? e come mai, prima d'esservi
introdotto dai gesuiti, il tacchino non era mai entrato sul suolo della nostra
sorella latina? Dire per mancanza di passaporto, sarebbe voler scherzare. Come
lo sarebbe dire che non vi erano ammessi i tacchini, perché è la terra dei
Galli. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Piuttosto, c'era forse qualche rete protettiva lungo i confini della Francia,
appunto per impedire che il tacchino sconfinasse abusivamente? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">In qualunque modo si sia svolta la faccenda, immaginiamo la scena a cui allude
la storia. Siamo presso il confine francese. Confine colla Svizzera, colla
Spagna, colla Germania o il Belgio? Oppure con l'Italia? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Questo, la storia non lo dice, ma la differenza conta. Voi capite che, se il
tacchino entrò dalla Germania o dal Belgio, forse era accompagnato da fegato
grasso tartufato, e quasi certamente da patate e da cavoli. Laddove, se la
Spagna fosse stato il luogo di provenienza, il suo corteggio sarebbe stato a
base di pomodori o di peperoni. Innaffiato da vino, se proveniente dal Sud o
dall'Ovest; da birra, se da paesi fiamminghi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Dunque, sarebbe importante sapere da dove fu fatto il colpo. </span></div>
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Escludiamo
l'Italia, in quanto resterebbe poi da sapere da chi e come il tacchino fosse
stato introdotto presso di noi. Ci sarebbero gli altri paesi. </span></div>
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><div style="text-align: justify;">
Immaginiamo la Spagna; i Pirenei. Zona di contrabbandieri che ben si adatta a
un colpo di mano del genere e da all'impresa un colore romanzesco, uso Carmen.
E' notte. Fischia il vento fra quelle gole selvagge. I gesuiti, che si sono
proposti d'introdurre questo animale da cortile in Francia, cercano di fargli
passare la frontiera spingendolo con giunchi, stuzzicandolo perché cammini. Il
tacchino pettoruto incede e, dietro, la schiera dei religiosi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ora, due sono le ipotesi: l'introduzione del tacchino avvenne palesemente o
clandestinamente, visto che si trattava d'un animale ancora ignoto in Francia? </div>
<div style="text-align: justify;">
Nella prima ipotesi bisogna immaginare l'arrivo al posto di frontiera. I
doganieri vedono lo strano animale in compagnia d'una compagnia di gesuiti.
Qualcuno ha un piccolo moto di timore. </div>
"E questo che cos'è ?"<br />
"Il tacchino."<br />
"A che serve ?"<br />
"A farlo arrosto"<br />
"Ohibò!"<br />
"E' ottimo a Natale e a Capodanno."<br />
"Bè, passi, allora."<br /><div style="text-align: justify;">
Nella seconda ipotesi, bisogna immaginare i gesuiti che aspettano il calar
della notte e indi s'avventurano a passar la frontiera clandestinamente con
l'animale di contrabbando. Quante peripezie, quanti patemi, prima d'arrivare al
mal passo! E finalmente, zitti!, ci siamo. In punta di piedi i gesuiti, fra le
gole dei monti, passano in fila indiana, spingendosi avanti il tacchino. Non
era prudente lasciarlo indietro, visto che poteva sperdersi o essere acciuffato
da qualche malintenzionato. Proprio a un passo dalla frontiera la bestiaccia,
manco a farlo apposta, si mette a fare: glu glu glu... </div>
<div style="text-align: justify;">
Maledetto. I religiosi cercano di tappargli il becco. Cosa non facile. Ma sì!
Quello starnazza. Rimbombano nelle tenebre notturne tre o quattro spari, i
gendarmi confinari sono in allarme, s'odono di qua, di la, passi concitati nel
buio, grida di "Chi va là ?". I gesuiti, immobili nelle tenebre,
trattengono il respiro. Uno s'è ficcato sotto la tonaca il maledetto gallinaceo
e gli tiene la testa avvolta nella gonna, perché non s'oda. Il tacchino si
dibatte, ma viene trattenuto. Finalmente, torna la calma. Il pericolo è
passato. In punta di piedi, i gesuiti riprendono il cammino, col tacchino
avvolto in panni, a rischio di soffocarlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sia lodato il cielo, la linea è superata. Siamo in terra di Francia. I gesuiti
lasciano libero l'animale e proseguono liberi, felici. </div>
<o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Il tacchino è
stato introdotto in suolo francese, nella terra della libertà, dove l'attende
la padella. </span></div>
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><div style="text-align: justify;">
Ma forse, tutto questo non è che fantasia. Forse l'introduzione avvenne via
mare, più probabilmente, poiché credo che il tacchino provenisse dall'America e
che in Europa fosse ancora ignoto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Doveva essere il Sei o il Settecento. L'epoca dei galeoni, dei pirati, dei
tesori nascosti nelle isole disabitate. Allora viaggiare per mare era
un'avventura. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quante peripezie nella lunga traversata, durante la quale più volte
l'incolumità del gallinaceo dovett'essere messa in pericolo dalle tempeste,
dalle sollevazioni di un equipaggio poco docile e soprattutto dallo
scarseggiare delle vettovaglie. Per tacere delle occulte e subdole mire del
capitano in persona, desideroso magari d'offrire un pranzetto en tete a tete a
qualche bella passeggera avventurosa, uso Manon Lescaut.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mancavano i viveri a bordo. Equipaggio e passeggeri, deportati e deportate,
languivano famelici nelle stive, fra tutte quelle lanterne, fra quelle botti,
quei barili, quelle botole, scale, scalette, gambe di legno, e quegl'ingombri
d'ogni specie che rendevano oltremodo difficile la circolazione sulle navi
d'una volta e che, dopo alcuni secoli, dovevano rivelarsi provvidenziali per
gli autori dei film di pirateria e filibusteria. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il capitano sa che c'è a bordo, chiuso in una gabbia, il misterioso pennuto.
Un'occhiata d'intesa al cuoco, quasi certamente cinese. Un lampo di risposta
sinistro, nello sguardo di questo. E appena cala la notte, malgrado la presenza
a bordo di alcuni misteriosi personaggi - possibilmente con almeno una gamba di
legno - un'ombra armata di coltello scivola nelle tenebre verso la stiva, si
cala nel boccaporto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un attimo d'attesa e subito uno starnazzare d'ali e un gorgoglio disperato,
strozzato immediatamente. Il colpo e fatto. Tra poco nella cabina del comando
sarà straziante e splendido vedere la salma del tacchino dorata dal forno,
stesa immobile supina fra quattro candele, esalante quel profumo appetitoso,
sulla tavola del capitano riccamente imbandita. E la bella deportata cederà le
proprie grazie in cambio d'una dorata fetta del saporito gallinaceo. Eh, si
potrebbe scrivere un romanzo sulla traversata oceanica del tacchino! Un romanzo
nel quale converrebbe dare il debito posto anche alle proteste dei gesuiti, ai
loro mille sottili artifizi per salvare il pennuto dal coltellaccio della
cucina e portarlo sano e salvo in Francia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dove evidentemente avevano intenzione di fargli fare la stessa fine, altrimenti
non si spiegherebbe tutta la loro smania d'introdurlo nel vecchio mondo. </div>
<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Georgia","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">Ma,
ora che ci penso, perché ciò potesse avvenire, come avvenne, occorre che
l'episodio della traversata oceanica relativo al pranzo offerto dal capitano
alla bella deportata, a base di tacchino arrosto, si concluda in senso
sfavorevole alle mire del capitano stesso, e' che il tacchino, per qualche
drammatico avvenimento che potrebbe dar materia ad un interessante capitolo,
sfugga al coltello del cuoco cinese. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">Allora, sorvoliamo su tutto ciò, per arrivare subito alla banchina del porto di
Le Havre o di Marsiglia. E una mattina d'inverno nebbiosa e triste. Da qualche
minuto è arrivato il pacchebotto d'oltre oceano e si sta procedendo alle
operazioni di sbarco. Una compagnia di gesuiti s'appresta a scendere la
scaletta, tutti stretti l'uno all'altro, come per nascondere qualcosa. Il
doganiere li conta, controllando il registro di bordo:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">uno... due... tre... Si, sono tutti, non ne manca e non ne cresce nessuno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">Avanti. I gesuiti passano. Nel momento cruciale, proprio sotto gli occhi del
controllore, s'ode un improvviso glu-glu soffocato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">Che è? Chi è stato? Il doganiere guarda il gruppo con aria sospettosa. Non
conosce ancora il tacchino, non sa che quello è il suo verso. Crede si tratti
d'uno sberleffo. Fissa severo i religiosi, che passano seri, un poco pallidi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">L'hanno scampata bella. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Ora
fortunatamente il pericolo è passato, il tacchino è in Francia, cioè in
Europa, e comincia per lui la sua seconda vita: la fulgida era in cui verrà
sempre più onorato nell'intiero vecchio mondo, oltre che nel nuovo, a Natale e
a Capodanno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">Certo, dovett'esserci anche un che di gesuitesco, nell'introduzione. Forse essa
avvenne mercè qualche sottile accorgimento. Forse si finse d'introdurre altro,
magari un semplice gallinaccio, un cappone. Forse si spacciò il tacchino
per un grosso colombo. O per una delle aquile romane, di ritorno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">Ma qui mi viene il dubbio che l'eroe della nostra storia sia stato introdotto
arrosto. In questo caso ci sarebbe tutto da rifare, circa le scene </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">immaginate. Come riuscirono a passare, i gesuiti, con la teglia calda e il suo
profumato contenuto? E dove e come avevano cucinato l'animale, non prima visto
da altri? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">Interrogativi che attendono risposta. Ma l'essenziale è che ora esso c'è e ci
resterà. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">E non rimane che fargli quella festa che merita.</span></div>
</span><br />
<div>
<br /></div>
</span>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com39tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-61031672439704524392011-12-19T11:03:00.001+01:002011-12-19T11:40:56.983+01:00Un anno di spot<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">24.12.2010.«Il 2011 sarà l'anno della ripresa» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">12.1.2011. «L'ipotesi di una nuova manovra correttiva in Italia è irrealistica. Non c'è nessuna necessità di farlo, e ad oggi non c'è alcun rischio di questo tipo» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">8.4.2011. «Mai saputo niente» (Giulio Tremonti, in risposta a chi gli chiedeva di una possibile manovra di correzione dei conti per giugno).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">13.4.2011. «Non abbiamo emergenze o urgenze. Fare un drammatico intervento su 2011? È una visione pessimistica. Noi abbiamo per obiettivo il pareggio 2013-2014 e in funzione di quello dobbiamo fare calcoli e conti. Escludo lacrime e sangue» (Giulio Tremonti).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">29.4.2011. «L'Italia ha messo alle proprie spalle il picco della crisi meglio degli altri paesi europei. L'Italia è riuscita a superare il punto critico della crisi economica internazionale ottenendo anche la fiducia dei mercati. Abbiamo realizzato una vera e propria mission impossible: e l'abbiamo fatto senza mettere mai le mani nelle tasche degli italiani» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">4.5.2011. «Non è prevista nessuna manovra correttiva sui conti pubblici per il 2011» (Luigi Casero, sottosegretario al Tesoro).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">5.5.2011. «Il mio vocabolario è abbastanza ristretto, manovra è una parola che non capisco...» (Silvio Berlusconi, rispondendo con una battuta a chi gli domandava se fosse in vista una manovra correttiva).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">5.5.2011. «Non è così» (Silvio Berlusconi, in risposta a chi gli chiedeva, a Porta a Porta, della necessità di una manovra da 40 miliardi per il pareggio di bilancio).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">9.6.2011. «Quest'anno faremo un'opera di manutenzione di qualche miliardo, tre miliardi. Faremo nei prossimi anni quello che abbiamo già fatto negli anni precedenti. Non si tratta di nulla di preoccupante. [In totale] Non sono 33 miliardi per niente, state tranquilli, inutile andare a preoccupare i cittadini per cose che non sono vere, andremo avanti con uno 0,7-0,8 di Pil, non c'è da preoccuparsi» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">14.6.2011. «Quello che abbiamo già fatto è sufficiente» (Giulio Tremonti, su una eventuale correzione dei conti pubblici per il 2011 e 2012).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">16.6.2011. «Abbiamo le idee chiare e non siamo preoccupati dell'impatto che [la manovra] potrà avere sull'opinione pubblica» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">24.6.2011. «La manovra non avrà una cifra molto elevata» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">26.6.2011. «Tutti gli organismi internazionali di controllo hanno dato dei pareri molto positivi sulla nostra attività di governo, hanno riconosciuto che nei primi tre anni di governo abbiamo operato al meglio e abbiamo posto i conti pubblici in sicurezza, al riparo dagli attacchi della speculazione internazionale» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">30.6.2011. «Il popolo italiano capisce. La sua richiesta è quella di essere rigorosi e seri. La gente è molto favorevole a questa disciplina» (Giulio Tremonti).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">30.6.2011. «Siamo stati ligi a non mettere le mani in tasca agli italiani ma qualche 'cosina' la abbiamo pensata, ma sono cose di pochissimo conto: pensavamo, per esempio, di eliminare il bollo auto ma ci sembrava logico che per grandi auto si potesse fare una piccola aggiunta» (Silvio Berlusconi). </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">7.7.2011. «L'ho annunciato io stesso in conferenza stampa, il governo è assolutamente aperto a modifiche durante l'iter parlamentare senza però che sia modificato il saldo finale» (Silvio Berlusconi; il saldo in realtà è lievitato, da allora, da 50 miliardi a 87,7).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">3.8.2011. «Il nostro Paese è solido. Abbiamo fondamentali economici solidi. Le nostre banche hanno superato gli stress test europei mentre ovunque è aumentata l'incertezza. (…) l'evoluzione dei conti pubblici è più favorevole che in altri Paesi avanzati. Grazie alla azione di finanza pubblica del nostro governo, i conti sono migliorati e abbiamo un deficit di bilancio meno ampio di quanto indicato (5%) e comunque più basso di altri paesi area europea» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">9.9.2011 «noi abbiamo una Stato indebitato ma dei cittadini benestanti ecco perché l'Italia è all'ultimo posto in Europa per il debito pubblico, ma diventiamo il secondo Paese in Europa per solidità e benessere dopo la Germania se facciamo l'aggregazione del debito pubblico con quello privato» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">20.9.2011. «Le decisioni dell'agenzia sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche» (Silvio Berlusconi, alla notizia che S&P taglia il rating sulla capacità dello Stato di far fronte al debito).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">4.10.2011 «L'Italia è tra i pochissimi paesi al mondo che ha un avanzo primario. L'avanzo primario cresce. Noi siamo in controtendenza - è il doppio della Germania, mentre nel caso della Spagna potrebbe dipendere dall'annuncio di nuove elezioni» (Giulio Tremonti, quando per la prima volta nella storia dell’euro lo spread italiano supera quello spagnolo)</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">4.11.2011. «Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni» (Silvio Berlusconi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">__________</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Tanto per non scordare......</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com35tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-56105216729137489562011-12-14T12:32:00.000+01:002011-12-14T12:32:27.389+01:00<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Due erano le
passioni che avevo sin da piccolo: il cielo stellato e la bicicletta. A
testimonianza della seconda, il fatto di aver passato il primo venti per cento
della mia esistenza con le ginocchia perennemente sbucciate; a ricordo della
seconda, il fatto di voler sempre andare in macchina con un mio zio, fratello
di mio padre particolarmente dandy, e felice possessore di Giulietta Spider
prima, e Fiat 124 Spider poi. </span></div>
<span style="font-family: Georgia, serif;">
Gli altri si affezionavano al vento, io a guardare il cielo.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Quindi, due domeniche fa, provate ad immaginare l’emozione di poter incontrare
dal vivo Margherita Hack: l’occasione, un incontro in una libreria cittadina
per presentare il suo libro “La mia vita in bicicletta” (Ediciclo). “Un lungo
viaggio su due ruote attraverso i grandi eventi del Novecento”, recita la
fascetta.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, serif;">
<div style="text-align: justify;">
Ma lei è molto di più che una grande astrofisica, o di una scafata ciclista
quasi novantenne: lei COMUNICA. E’ una grande affabulatrice, sa come attirare l’attenzione
e la si ascolta in silenzio, incantati, come astraendosi da una realtà che non sia
quella del suo narrare. Per dire, ha esordito affermando di aver “<i>preferito oggi spostarsi a cavallo di un
neutrino, lungo il tunnel della Gelmini</i>”, ed ha proseguito ripercorrendo la
sua vita con immancabile ironia toscana, e sempre tenendo presente il legame
con lo sport e con la bicicletta in particolare. Dal primo monopattino senza
freni alla bicicletta da corsa, dalle instancabili pedalate fino al Liceo
Classico Galileo di Firenze a quelle per andare all’osservatorio di Arcetri, la
sua vita privata e professionale con la bicicletta come punto di riferimento.
Al punto da avvalersene anche per un’efficace ulteriore dimostrazione delle
tesi di Galileo, in occasione di un volo in bicicletta conclusosi con una
ricaduta in sella: “<i>non è stata fortuna ,
è stata la Fisica: facevo parte del sistema-bicicletta come si fa parte del
sistema-terra mentre il nostro pianeta gira</i>”. Ma la passione per la
bicicletta è anche il ricordo degli anni della scuola, “<i>il disagio di arrivare tutta scarruffata di fronte alle ragazze ben
vestite della borghesia fiorentina</i>”, e soprattutto l’amore per Aldo, il
compagno di tutta una vita, anche quella sera in prima fila. E poi, la
bocciatura in matematica, l’esame di maturità evitato per lo scoppio della
seconda guerra mondiale, la scelta dell’antifascismo di fronte all’espulsione
della professoressa di scienze perché ebrea, l’iscrizione alla Facoltà di
Lettere -durata un’ora- e quindi la
scelta definitiva della Facoltà di Fisica.</div>
<o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Il
tutto raccontato con la sua spietata lucidità ed ineguagliabile sarcasmo, nel
colpire gli inganni e le assurdità tanto del passato quanto del presente. Anche
riguardo all’attualità ha le idee ben chiare: dal sistema universitario, che
forse “<i>non è del tutto marcio, ma è certo
penalizzato da una miriade di piccole università di serie B</i>”, all’energia
nucleare “<i>che va investigata puntando
alla trasformazione di idrogeno in elio come accade nelle stelle</i>”, al
progresso della conoscenza, che ci rivela “<i>come
non siamo poi così piccoli, se in due secoli abbiamo scoperto tanto guardando
quelle lucine</i>”. Riguardo poi alla politica di oggi, l’astrofisica sembra
piuttosto fiduciosa: “<i>oggi c’è un governo
dove la gente sa leggere e scrivere e far di conto, magari le cose cambieranno</i>”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Alla
fine, si è soffermata a lungo a con noi “encantados”, un po’ per firmare le
copie del suo libro, un po’ beccandosi col pazientissimo consorte [“ <i>‘un
l’ha ancora capito che certe cose le si possono fare solo da vivi</i>”], un po’
a ridacchiare con un paio di sue ex allieve.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Usciti
dalla libreria, vedere l’umanità varia intenta a spendere sulle bancarelle
natalizie mi ha fatto quasi impressione: ho alzato gli occhi al cielo, c’è
sempre da imparare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Non
so perché, ma ho sorriso.<o:p></o:p></span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-60847887419943627502011-12-10T14:47:00.001+01:002011-12-10T14:52:39.205+01:00A quatre pas d’Ici<div align="justify">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Stamattina, mentre trafficavo con statuette, capanna, muschio cinese, sangiuseppe che assomiglia ad uno dei Pooh, ecc.ecc. , mentre ripensavo alle polemiche di questi giorni sulla esenzione dall’Ici per le attivita’ di culto e quelle di assistenza sociale, oltre che per le attivita’ commerciali svolte da enti e realtà riconducibili alla Chiesa Cattolica, mi è balenata un’idea: facendo il Presepe, sono esente anch’io, adesso che il governo Monti reintroduce l’imposta, dall'ICI? </span></div>
<div align="justify">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Mi impegno a tenerlo tutto l'anno, ed in più sto facendo anche un'opera di carità e beneficenza mantenendo i miei figli ed un gatto. Dò loro ospitalità gratuita, li vesto, provvedo alle loro necessità quotidiane e somministro loro gratuitamente pure tre pasti al giorno. Inoltre non nego bevande calde e generi di conforto agli amici dei miei figli, alle amiche di mia moglie, sintonizzo i televisori di mezzo condominio, aiuto parenti e conoscenti degli stessi, nonchè i rispettivi vicini di casa, nelle pratiche burocratiche, dò consigli finanziari, tutto rigorosamente gratis. <br />Credo che basti per configurare casa mia come luogo di culto ed ente caritatevole. Praticamente sono una onlus: dovrei detassare il mio stipendio.<br />Allora telefono alla commercialista, e sulla base di queste considerazioni, le chiedo: posso esimermi dal pagare l'Ici? Posso avere qualche altra agevolazione? Posso richiedere il 5x1000? Mi impegno a sostituire le varie musichette natalizie lasciando acceso tutto il giorno su Radio Maria. </span></div>
<div align="justify">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Risposta acidula della stessa: "<i>La capanna del presepio in casa va considerata come pertinenza dell’abitazione, pertanto tassata come seconda casa"</i>. Poi, non paga di aver umiliato il mio sentito credere: "D<i>ove hai comprato l'asinello? Hai pagato in contanti? Avevano il POS rotto? Ricordati di accatastare il bue e l'asinello e ricordati che pagano la tarsu in funzione della spazzatura che producono".</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">E poi dice che uno si butta a sinistra.</span></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-59529694910724986482011-12-08T17:35:00.001+01:002011-12-09T13:28:49.158+01:00La veste dei fantasmi del passato<em style="text-align: justify;">[Durante la importazione dei vecchi post, ho sbattuto la faccia su questo, che secondo WP è stato quello più letto in assoluto nella storia del fiume. Lo ripropongo perchè ogni tanto tornare sui propri passi non è solo un esercizio o una vanità, ma un sottile senso del sentirsi vivi]</em><br />
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<span style="font-size: small;">________________</span></div>
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<span style="font-size: small;">“Stiamo servendo il numero…sessantaaaaa!”<br />La voce fredda, robotica, vorrebbe avere parvenza femminile, ma di una donna così se ne farebbe, credo, volentieri a meno. Guardo il mio tagliandino, diciotto numeri più in là, non diciotto persone, come minimo, in fila.<br />Numeri.<br />Persone è un concetto che finisce come quel pane indurito nella grattuggia della signora con cappellino similpelle che vuole, appunto, “tre etti di pane grattato”.<br />Mi guardo in giro, mentre la calcolatrice mentale considera che al ritmo di un numero ogni due minuti diviso tre commesse ecc.ecc.</span><span style="font-size: small;"><em>“Mo valà..pretendi che io ti creda?”</em>La voce è calda, stavolta. Arrabbiata, fino al confine del rauco. Di femminile non c’è solo lei: ci sono i riccioli biondi che spuntano dalla cuffietta con ponpon, c’è il profilo delicato, ci sono questi occhi grandi che la telefonata sta rendendo acquosi.<br />Se lui la vedesse, anziché rantolare scuse al telefono, non potrebbe non capire e, di conseguenza, fare altro che vergognarsi.<br />La guardo, la sua altezza, impreziosita da stivali col tacco, mi fa pensare a quanto il concetto di bambolina a volte non sia solo un modo di dire.</span><span style="font-size: small;"><em>“Ed era il caso? Ma allora sei proprio ciordo*”</em>Si, sconosciuta vicina in fila, lo è. Lo è per forza. Perchè il verde dei tuoi occhi è troppo trasparente per nascondere qualcosa, ed in te si legge l’innamorata delusa.</span><span style="font-size: small;">“…settantasette…”<br />Passa il tempo senza accorgertene, quando ti impicci degli affari degli altri. Mentalmente ripasso la quantità di pane da prendere, valutando che la domenica non sarà un raddoppio del solito e che comunque a casa mi aspetterà il solito “potevi, non potevi, tanto c’è, tanto non c’è”. Va bene, va bene lo stesso.</span><span style="font-size: small;"><em>“..io non ti chiamo più, t’arrangi..”</em>Va bene, bambolina, anche se l’istinto mi dice che non sarai sincera fino in fondo verso te stessa.<br />Raccolgo il mio sacchetto, il profumo mi piace, mi piace proprio, ed il calore che trasuda dalla carta è come minimo piacevole.<br />Come è piacevole, dopo, vedere gli occhi del ragazzo che presta amorevole cura al nastro grosso con cui la commessa gli sta avvolgendo la scatola di cioccolatini. E quando la penna scrive sul biglietto “alla mia Lei speciale” capisci che è sincero. <br />E che non puo’ essere che vero.<br />E che se al sabato mattina verro’ ancora qui a comperare il pane, non è detto che sia solo perchè si risparmia.</span></div>
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<span style="font-size: small;">*********</span> </div>
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*ciordo= termine dialettale per indicare uno stupido.</div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-7140569487616754164.post-85343547922929940692011-12-05T09:50:00.001+01:002011-12-05T09:51:47.023+01:00Invisible touch<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Georgia, serif;">Uno
dei grandi miti dell’umanità è, da sempre, quello dell’invisibilità. Romanzi,
film, saghe, leggende, fumetti, insomma di tutto e di più. Non essendo riusciti
a far diventare l’invisibilità, almeno per ora, una tecnologia di massa, una di
quelle cose che fa <i>figo</i> (insomma, non
c’è per ora uno Steve Jobs a presentare un <i>i-Nvisible</i>)
c’è chi ha cercato un surrogato. Per gli automobilisti il surrogato è nascosto
(ma neppure troppo) in quel tastino che abbiamo a disposizione, quello con
sopra tanti triangolini uno dentro l'altro, grazie al quale le frecce davanti e
le frecce dietro lampeggiano contemporaneamente: le cd. Quattrofrecce. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Georgia, serif;">Pensate
che storia: al guerriero tutto bardato ed armato che con voce roboante chiama “Excalibur”,
l’ometto insignificante che è in noi alza le spallucce ed obietta, con un certo
successo “<i>ecchemefreegaame? Tanto ci ho
le Quattrofrecce, io</i>”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Georgia, serif;">Inventate
in Germania, non a caso la terra dei Nibelunghi, fino agli anni Ottanta erano totalmente sconosciute in Italia: al
massimo le notavi con curiosità sulle macchine di qualche turista in Rivera Adriatica, ma
solo se era notte fonda, la Mercedes era rimasta sul ciglio della strada, col
cofano fumante, almeno tre ruote a terra, la marmitta persa duecento metri
prima e gli occupanti che sporgevano dagli sportelli aperti a vomitare anche l’anima.
Il tutto in un giorno di tempesta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Georgia, serif;">Ma
il genio italico, una volta arrivata l’arma micidiale anche sulle nostre
macchinette, ha saputo, e potuto, di più: fino a farle diventare, appunto, il
surrogato alla invisibilità di cui sopra. Non c’è nessun problema: dovete portare
i pupi a scuola, e non c’è un buco libero per metri e metri (già, perché lasciare
il pupo, foss’anche un bestione di un metro ed ottanta, a fare venti metri a
piedi è grave pregiudizio per la salute e per l’onore)? Bene, occupate la
fermata del tram, pulsantino magico, et voilà: nessuno potrà mai dirvi niente,
tanto <i>ci avete le quattrofrecce, </i>voi.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Georgia, serif;">Dovete,
la domenica, comperare un cabaret di paste nella prestigiosa pasticceria che <i>lavora così bene </i>e che <i>la crema come loro, e quelle alla frutta,
poi? </i>Nessun problema: dato che i vostri gusti sono in media con quelli
della maggioranza di chi alla stessa ora nello stesso punto ha la stessa
esigenza, mentre altri si scannano per contendersi un sospirato posto nelle
strisce, voi lasciate la fiera scudiera con le Quattrofrecce aizzate, e nessuno
può permettersi di obiettare: in fin dei conti, vi sacrificate per la vostra
famiglia, e si sa che a parlare di famiglia dalle nostre parti si colpisce
sempre al cuore misericordioso del prossimo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Georgia, serif;">Chè
poi, anche linguisticamente (e le parole, si sa, sono macigni) la cosa ci sta
tutta: i libretti le chiamano luci di emergenza, e lo dice la parola stessa: <i>emergenza</i>, quindi qualcosa che emerge.
Un’idea, un’esigenza, una paura: ad esempio, quella di tornare a casa senza
essere passati dalla lavanderia a ritirare quel tal capo della vostra sposa che
ve lo ha ricordato telefonicamente e che voi, con aria sufficientemente
spavalda, avete liquidato col più convinto dei <i>ci penso IO quando passo</i> e che, ovviamente, avevate non pensato.
Ovviamente, dall’unica lavanderia sulla strada, in prossimità di incrocio
semaforico ai cui quattro angoli ci stanno la lavanderia stessa, il barbiere,
il negozio di telefonini ed il panettiere: ma senza le Quattro, come faremmo?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Georgia, serif;">C’è
un solo, unico grande limite: che, in base al principio nazionale del <i>cca nisciuno è fesso</i>, tutti sappiamo
usare l’arma micidiale, e ne riconosciamo al volo l’uso altrui: e dato che non
è matematicamente possibile avere un popolo di tutti furbi, è assai più facile
pensare che credendoci in massa tali, non ci si accorga, tutti, di essere, alla
fine, un po’ coglioncelli. </span><o:p></o:p></div>Massenziohttp://www.blogger.com/profile/12910033183813458093noreply@blogger.com28