Se
ne parla da qualche giorno, in coincidenza con l’arrivo del nuovo governo.
Abolire
il contante: o per lo meno, limitarne l’uso a transazioni sino ad un certo
limite (molti giornali, ed anche l’ex premier, ovviamente contrario, parlano di
300€). Eliminare il denaro contante porterebbe molti benefici, dato che il
contante fa prosperare ogni tipo di mentalità e di illegalità e, suo tramite,
si alimentano anche corruzione ed evasione
fiscale, dicono i favorevoli. Detto così, sembra il toccasana per una serie di
questioni, nel nostro Paese, ormai endemiche.
Ma…
Ci sono anche dei “ma”, e non si tratta di problemi leggerini, anzi. Alcuni economisti liberal infatti sostengono che il denaro elettronico comporta una altissima pericolosità sociale: permette tecnicamente una possibile forma di espropriazione elettronica mediante flussi accentrati nel sistema bancario. E' una sostanziale delega formale del valore, anche del valore d'uso per noi tanto prezioso. Non a caso la circolazione elettronica attraverso la diffusione di bancomat e carte di credito è, per il sistema bancario, nient'altro che un moltiplicatore del denaro circolante, sulla base del quale viene moltiplicato diverse volte il capitale gestito che diventa, a sua volta, fittizio, speculativo, cartolarizzato e spezzettato in derivati, avente come base quello detenuto in forma elettronica. Non a caso sono state studiate le carte acquisti dei pensionati, come da noi le famigerate Social card. Quindi, la forma esclusiva del denaro elettronico è la fine del mercato e delle transazioni più o meno libere.
Ci sono anche dei “ma”, e non si tratta di problemi leggerini, anzi. Alcuni economisti liberal infatti sostengono che il denaro elettronico comporta una altissima pericolosità sociale: permette tecnicamente una possibile forma di espropriazione elettronica mediante flussi accentrati nel sistema bancario. E' una sostanziale delega formale del valore, anche del valore d'uso per noi tanto prezioso. Non a caso la circolazione elettronica attraverso la diffusione di bancomat e carte di credito è, per il sistema bancario, nient'altro che un moltiplicatore del denaro circolante, sulla base del quale viene moltiplicato diverse volte il capitale gestito che diventa, a sua volta, fittizio, speculativo, cartolarizzato e spezzettato in derivati, avente come base quello detenuto in forma elettronica. Non a caso sono state studiate le carte acquisti dei pensionati, come da noi le famigerate Social card. Quindi, la forma esclusiva del denaro elettronico è la fine del mercato e delle transazioni più o meno libere.
Per
quanto mi riguarda, faccio un ragionamento molto elementare: sono a favore
della riduzione della circolazione del contante per la semplice ragione della tracciabilità. Pagare tutto, come ad esempio si fa negli States, con la carta
di credito, evita la noiosa prassi (o la pia illusione…) di richiedere lo
scontrino fiscale; infatti l'acquisto è tracciabile sia per l'acquirente che
per il venditore. Il problema vero sta nella mentalità; l'italiano è furbetto
per natura, sono secoli che i furbetti fanno soldi e gli onesti stanno al palo.
Oltretutto, una mia antica convinzione è che dalle nostre parti l'evasione
fiscale sia voluta come forma di ridistribuzione sociale, almeno quella
piccola, percettibile: scontrini, fatture et similia, quella cioè di cui siamo
vittime (ma a volte anche complici) quotidianamente. Quella grande, che modella
i debiti sovrani, i grandi fallimenti, la robbery vera e propria per intenderci,
non viene mai percepita, pur essendo più che reale e strutturale, ed ha come
strumento formidabile l'incontrollata ed incontrollabile forma elettronica.
Quella tra classi sociali, peraltro, è a dir poco odiosa: ma mentre in Norvegia, ad esempio, chi dovesse evadere le tasse viene considerato un criminale, e non uno da cui prendere esempio, in quanto il suo non pagare le imposte comporta un danno verso la collettività, dalle nostre parti suscita ammirazione in quanto “furbo” o “vincente”. Fino a che non si raggiungerà un livello di consapevolezza simile a questa, ogni soluzione rappresenterà solamente un palliativo. Anche se a volte ne guarisce più il placebo che il principio.
Quella tra classi sociali, peraltro, è a dir poco odiosa: ma mentre in Norvegia, ad esempio, chi dovesse evadere le tasse viene considerato un criminale, e non uno da cui prendere esempio, in quanto il suo non pagare le imposte comporta un danno verso la collettività, dalle nostre parti suscita ammirazione in quanto “furbo” o “vincente”. Fino a che non si raggiungerà un livello di consapevolezza simile a questa, ogni soluzione rappresenterà solamente un palliativo. Anche se a volte ne guarisce più il placebo che il principio.