Il
fenomeno è a dir poco impressionante: non ci avevo mai fatto caso prima, poi un
incontro casuale [ed un commento di Leira nel post precedente] hanno dato il
via alle considerazioni. Riassunte in una sola parola (in origine erano due, ma
le necessità del marketing hanno compresso in una sola. E non solo le parole,
sono compresse): i compraoro.
Spuntano
come funghi, se persino nella cittadella -che per quanto riguarda l’apertura
mentale è in pratica una comunità Amish ma che ama girare in Suv- se ne contano
almeno una decina. Uno di questi, ed ecco l’incontro casuale, è di proprietà di
un tizio che è talmente convinto della propria avvenenza da riempire col suo
faccione le fiancate dei bus e decine di minuti di televendita sulla tv locale.
Ad occhio, non credo abbia profondi studi di fisiognomica, ma poco o nulla
conta. Conta, invece, che il suo negozio sia sempre pieno. Così, mentre lo vedo
“di pirzona pirzonalmente” , vestito di eccellente fattura, occhiale alla moda,
orologio che è più oro che logio, sorbirsi avidamente un eccellente e ricco
aperitivo, penso che dietro quel bicchiere ci siano storie di affitti,
bollette, mutui, spesa alimentare, figli da crescere e far studiare.
Tutte
quelle voci di bilancio, insomma, difficili da sostenere quando la crisi
colpisce, e colpisce duro.
Per questo sempre più spesso si tende a far ricorso alla vendita dei gioielli e dell’oro usato in cambio di denaro liquido. E dove c’è il miele, arrivano le api. In realtà, pare che aprire una bottega del genere non sia una impresa troppo complicata: basta trovare una vetrina od un insegna ben colorate, la scritta “compro oro” a caratteri cubitali [ovviamente dorati], un po’ di cartellonistica ed un passaparola nei posti giusti, ed il gioco è fatto . Il boom è generato anche da una normativa dalle maglie larghe: non si paga l'Iva perché l'attività è considerata "di rottamazione". Il registro di carico e scarico merce è l'unica "prova" del passaggio di proprietà dell'oggetto preso in carico. E l'unico obbligo di legge, la registrazione dei dati del venditore, spesso viene ignorato. Non nel caso dell’ Avvenente, che invece è di una correttezza esemplare: ci ho accompagnato, un po’ per curiosità un po’ per doverosa assistenza, mia madre che doveva vendere un po’ di cose legate a ricordi da cancellare.
Per questo sempre più spesso si tende a far ricorso alla vendita dei gioielli e dell’oro usato in cambio di denaro liquido. E dove c’è il miele, arrivano le api. In realtà, pare che aprire una bottega del genere non sia una impresa troppo complicata: basta trovare una vetrina od un insegna ben colorate, la scritta “compro oro” a caratteri cubitali [ovviamente dorati], un po’ di cartellonistica ed un passaparola nei posti giusti, ed il gioco è fatto . Il boom è generato anche da una normativa dalle maglie larghe: non si paga l'Iva perché l'attività è considerata "di rottamazione". Il registro di carico e scarico merce è l'unica "prova" del passaggio di proprietà dell'oggetto preso in carico. E l'unico obbligo di legge, la registrazione dei dati del venditore, spesso viene ignorato. Non nel caso dell’ Avvenente, che invece è di una correttezza esemplare: ci ho accompagnato, un po’ per curiosità un po’ per doverosa assistenza, mia madre che doveva vendere un po’ di cose legate a ricordi da cancellare.
E
mi ha stupito la coda: tra dentro e fuori, almeno una decina di persone.
Persone,
e le storie che si portano dietro.
Con
molto pudore, peraltro: ma non è difficile intuire che si tratta comunque di
persone cui il reddito o la pensione non bastano di fronte ad una spesa
imprevista, e che cercano di far quadrare il bilancio senza intaccare i sempre
più risicati risparmi rinunciando a qualche oggetto ormai in disuso.
Come nelle banche del post precedente, il
rapporto è squilibrato: quelle che sembrano quotazioni alte, sono in realtà pie
illusioni. Basta fare un rapido giro per rendersi conto che si possono trovare
sostanziose differenze di prezzo d'acquisto tra un punto e l'altro.
Tamponi
per ferite, tappi di plastica su un buco troppo grande.
Chi
vende è quasi sempre in forte difficoltà economica e ha ben poco potere
contrattuale, quindi finisce per accettare prezzi bassi. Inoltre l'oro ritirato
dovrebbe essere fuso per legge, ma questo non avviene sempre. Spesso, invece,
gli oggetti di maggior pregio sono reimmessi in commercio, con margini di
guadagno maggiori.
Una curiosità riportata sul Rapporto Eurispes: la corsa all’oro del terzo millennio si incentra non tanto sull’estrazione, quanto sul recupero del metallo prezioso da prodotti di largo consumo: le schede madri dei pc sono il più ricco giacimento di “oro di seconda mano”, e dai cellulari si può recuperare una discreta fortuna (da 1 milione di cellulari si ricavano 37,5 chili d’oro, 386 d’argento e 16,5 di palladio).
Insomma, se il mattino ha l’oro in bocca, spesso molte bocche mangiano proprio grazie all’oro: e non mi riferisco, ahinoi, solo a chi lo compra.
Una curiosità riportata sul Rapporto Eurispes: la corsa all’oro del terzo millennio si incentra non tanto sull’estrazione, quanto sul recupero del metallo prezioso da prodotti di largo consumo: le schede madri dei pc sono il più ricco giacimento di “oro di seconda mano”, e dai cellulari si può recuperare una discreta fortuna (da 1 milione di cellulari si ricavano 37,5 chili d’oro, 386 d’argento e 16,5 di palladio).
Insomma, se il mattino ha l’oro in bocca, spesso molte bocche mangiano proprio grazie all’oro: e non mi riferisco, ahinoi, solo a chi lo compra.
Ciao Massenzio, anche dove abito io ce ne sono molti di compro-oro. Mi fanno tanta tristezza perché, come hai giustamente osservato, spesso le persone vi si rivolgono in preda alla disperazione di non poter pagare le bollette, e qualcun altro ci lucra sopra.
RispondiEliminaSi, infatti: mette tristezza la sfavillio delle luci ed insegne con le facce quasi colpevoli di chi ci si reca. Come se essere in una condizione di bisogno fosse una colpa.
EliminaSono la misura dell'avvicinarsi della tragedia.
RispondiEliminaQuando non ci saranno più ori di famiglia da vendere, ci venderemo i cellulairi usati che abbiamo nel cassetto?
E poi?
Non so perché ma mi ricordano le file per il pane di una guerra raccontata che non ho mai vissuta.
Fino a oggi, forse...
Ross, almeno una volta c'erano i Monti di Pietà, i banco dei pegni: strutture che avevano una particolarità, non spettacolarizzavano lo stato di necessità, non avevano bisogno di pubblicità colorate su stampa, cartelloni e spot televisivi. Si, ad un passo dalla tragedia ma con l'aggravante del sembrar fare un favore.
EliminaSe si pensa che quanto a consumi siamo tornati indietro di 30 anni..Certamente quello che descrivi è un fenomeno che dà il segno di quanto la crisi pesi su fasce sempre più ampie della popolazione. E temo che le speculazioni sulla difficoltà altrui aumenteranno sempre di più.
RispondiEliminaE' questo il brutto, Pyp: che anche nelle difficoltà, anzi, soprattutto nelle difficoltà, c'è chi comunque ci specula alla grande. Capisco le necessità del commercio da un lato ed un corrispettivo bisogno dall'altra, ma fa male vedere, e vedere quanto il fenomeno sia diffuso.
EliminaUn'insegnante, mia amica, mi ha confessato di essere rimasta con 20 euro, da qui al 27 del mese e non sa come fare; una persona che mi è molto vicina ha dovuto chiedere un prestito in ufficio solo per pagare le bollette e un'altra si è fatta dare i soldi per il condominio dalla sua vecchia madre di 90 anni. E mi fermo qui, per rispetto.
RispondiEliminaCredi che si farebbero problemi ad andare da un comproro, pur di fare la spesa? Io credo di no.
No, infatti, Linda, anzi: anche perchè il passo più vicino è quelòlo di rivolgersi agli usurai, odiosa categoria per la quale io butterei via le chiavi della cella. Purtroppo lo scenario è quello che indichi: ho delle colleghe che si portano in ufficio l'acqua da casa, che hanno rimunciato a comperare il giornale, vanno a farsi i capelli alla scuola parrucchieri per cercare di non andare troppo in rosso.
Eliminaogni due tre leggo sui giornali dell'arresto di qualche tenutario di Comprooro, in quando lavanderino per la criminalità.
RispondiEliminainteressante inchiesta qui:
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/09/19/news/compro_oro_il_turn_over_delle_licenze-21886415/ la legge in merito è alquanto lacunosa, per cui si aprono portoni alla malavita organizzata.
a proposito di Ferrara città ... cazzarola, tutte le volte che ci sono stata ho visto gente che mangiava, seduta ai tavolini dei tanti bei locali, a qualsiasi ora del giorno e della notte!
tanto da farmi chiedere "ma questi smetteranno di mangiare pe' anna' a lavora' e dormire?" ;-P
Gatta, ma non c'era il minimo dubbio che il crimine organizzato si sarebbe fiondato sul campo. L'articolo che hai linkato mi ha messo rabbia, addosso: possibile che nessuno possa fermare questo scempio morale?
EliminaSulla cittadella: non voglio dire, ma se prendi il cittadino medio, ti parlerà di una qualunque località del pianeta partendo dal presupposto del "come si mangia". Credo che molti usino come navigatore la guida Michelin in versione gastronomica...poi magari fanno 10€ di gasolio al selfservice per arrivare davanti al locale di moda col macchinone da 60mila € , ma l'apparenza conta.....
L'ho fatto anch'io, nei mesi scorsi. Ho avuto molte spese, meno entrate e ad un certo punto mi sono chiesta a cosa mi sarebbero servite catenine, catenone, orecchini di 30 anni fa. Che non ti regalino nulla è stato subito palese, ma almeno hanno fatto le cose correttamente, con documenti e seguendo la quotazione di borsa. Nessun rimpianto, solo un vago disagio, ma per questi tempi grigi.
RispondiEliminaSimo, è esattamente quello che ha fatto anche mia madre, cogliendo due piccioni con una fava. La cosa positiva, come nel tuo caso, è che tutto sia avvenuto in regola. Ma il disagio, condivisibilissimo, tuo, lo capisco in pieno. Tempi davvero grigio pesto.
EliminaCe ne sono tanti anche da queste parti e nascono come funghi. Così come i mercatini in conto - vendita che frequento da sempre e che ultimamente vedo sempre più affollati di persone che son lì perché costrette e non perché hanno la fissa dell'usato...
RispondiEliminaGattaS, i mercatini mi mancano...ci sono un paio di capannoni adibiti all'uso, dalle mie parti, dove vedi cose incredibili. Credo che alla fine la fissa dell'usato ce l'abbiano in pochi, temo sia più pressante lo stato di necessità. Del resto, certi beni o articoli sono diventati eccessivamente costosi per la maggioranza delle persone. Specie gli anziani, molti dei quali vivono con pensioni davvero da fame.
Eliminaho giusto qualche vaso di pomo d' oro, che però mi serve per il sugo
RispondiEliminaspero di non doverlo vendere
ciao
Yet, mi hai fatto ridere... :)
Elimina[Anche se ho la convinzione che i tuoi vasi valgano molto, molto di più del loro costo]
Anche a Palermo ai compro-oro storici si sono aggiunti quelli nuovi; c'è anche un mio cugino che, chiusa un'oreficeria storica(orafi di generazione), ha aperto un compro-oro. Guadagnerà di più? Mah!
RispondiEliminaMel, se tuo cugino non torna indietro, può voler dire che o ha trovato la sua convenienza (lavorare di meno guadagnando uguale, oppure lavorare quanto prima ma guadagnando di più) , oppure che è un precursore delle decrescita.......
EliminaA Roma esiste il ‘Monte di pietà’ dove si impegna ogni bene ma soprattutto preziosi. Volendo comprano ed è forse questa la strada migliore per evitare quello che più è probabile e si teme: riciclaggio di denaro sporco.
RispondiEliminaDopo di che è lampante che l’Italia sta passando un periodo assai più buio del dopo guerra (e per di più senza speranza) e che se solo la canzonetta “Se potessi avere mille lire al mese” mutasse in mille eurini ah! stringendo la cinghia molti “Compro oro” chiuderebbero i battenti, almeno lo spero.
sheràlaprochainefois
sherazade2011@worldpress.com
Sì, siamo nei guai.
RispondiEliminaCondivido appieno l'esperienza di Simo.
RispondiEliminaI banchi di pegno cui alludi, operano ora sotto il cappello di banche famose...e mi avevano offerto molto meno.
Senza quei soldi in quel momento non avrei saputo dove sbattere la testa.
Li ho considerati come un dono postumo di chi mi aveva lasciato quegli ori, e questo mi ha dato serenità...e ancora gratitudine nei loro confronti.
(anche se questo non c'entra col tema, è la cosa per me più importante) E so che tu - che tanto bene conosci la differenza tra prezzo e valore - mi capirai...
Novità in arrivo...
RispondiEliminaSolo un saluto, perché non so se sarà pubblicato. Poco fa non ho potuto risponderti nel mio stesso blog. Mi arrendo.
RispondiEliminaGrazie per questo articolo e le ipotesi illuminanti.Anch’io ho sempre guardato con sospetto questi compro-oro, notando che negli ultimi tempi sono notevolmente aumentati
RispondiElimina:)
Che dire, li accetto nel momento in cui il rapporto di comravendita è paritario, ovvero, ho un oggetto di valore che per enne ragioni non voglio più e cerco la sua monetarizzazione, mi disturbano nel momento in cui si entra con un misto di timore e disagio per ottenere quello che manca a chiudere un mese o a pagare le bollette.
RispondiEliminaResta il fatto che prima della crisi il loro numero era esiguo, ora nascono come funghi dopo una settimana di pioggia e la ragione è in quello che hai scritto e in molti commenti di chi per motivi diversi ci è entrato.
Una nuova lavatrice di denaro sporco.
Notte buona Masso ;-))
Nel caso non lo avessi sentito, oggi in Piemonte la Digos ha fatto incursioni in tutte le province di negozi compro oro, molti sono stati affissi i sigilli per riciclaggio e mafia, hai anticipato i tempi.
RispondiEliminaAriciao Masso ;-))
Tina, dici che ho portato loro sfiga? :)))
EliminaPer tutti: ho risposto di là, nel porto delle nebbie.....
RispondiElimina